Cara pesciolina. Lo sai quando ti chiamo così sto parlando lassù, al nostro sé superiore che tutto sa e tutto comprende e spero, perdona. Non so quando sia successo esattamente. Ad un certo punto sono evaporata come una pozzanghera al sole. Mi sono fatta terra, tanta e in mancanza di pioggia mi sono indurita un po’. Ho iniziato a camminare impartendo ordini come un soldato. Tutti di qua! Tutti così! Tutti come dovete essere! Avevo nascosto le mie emozioni in fondo in fondo, come un pozzo difficile da raggiungere. Lentamente ho smesso di ascoltare i suoni che arrivavano da laggiù.
Il tic tic del cuore, le parole d’amore.
E così facendo ho smesso di ascoltare anche te. E non capivo tutto il tuo battere i piedi. Il tuo dire “mamma ascoltami!” travestito da “non la voglio più questa mamma!”.
C’è una magia sai pesciolina? Di quelle che piacciono tanto a noi. Dice così. Mi dispiace, ti prego perdonami, grazie, ti amo.
Mi dispiace di aver smesso per un attimo di essere la terra su cui mettere le radici. Di aver cercato in te margherite quando rose meravigliose cercavano acqua per sbocciare.
Ti prego perdonami per averti ferita. Per aver pensato che tu dovessi essere invece di darti forza per essere.
Grazie per avermi ricordato chi sono e per avermi riportato, pur soffrendo un po’, nel mio cuore.
Ti amo così come sei, infinitamente. Per me sei e sarai sempre perfetta così come sei.
Che la magia ci renda di nuovo leggere. Che ti faccia sentire tutto il mio amore. Che insieme possiamo di nuovo correre a conquistare il mondo e a fregarcene di più di chi ci chiede di essere senza vedere chi siamo.