Quando soffia il vento.

“Non credo nel Fato. Credo che abbiamo una scelta: che il vento si possa placare, che l’Uomo Nero si possa ingannare e che si possano addirittura sopire le Anime Belle”. Joanne Harris – Le scarpe rosse.

Nell’ultimo mese un inaspettato vento caldo si è alzato forte. 28 gradi a febbraio. Dovevamo aspettarcelo il cambiamento, perché il vento non si risveglia mai per caso. Il vento è caos che tutto travolge, solleva, sbatte, picchia, strappa, per poi placarsi all’improvviso, lasciando nel mondo un nuovo ordine. Ed eccolo qui il caos. Portato da un Uomo Nero invisibile che ci chiude in casa e ci stravolge la vita. Nono sono i numeri, non sono i dati a farci davvero paura. È il caos a paralizzarci perché nulla concede e tutto pretende. Eccoci qui, obbligati ad abbandonare vecchi schemi, una routine all’interno della quale ci sentivamo al sicuro, attività per pensare sempre di più al nostro e del resto che ci importava. Eccoci qui. Le mie scelte ora sono le tue. Le mie azioni sono per tutti. Ogni passo ha una conseguenza, anzi due visto il fattore RO. Oggi correvo lungo la mia Dora. Erano le 9 del mattino e a quell’ora il sole brilla tra le foglie e l’aria sa di terra bagnata. E c’è questo fiume che scorre e i pensieri che ristagnano vengono trascinati via. Un passo dopo l’altro. In quei momenti io spazzo via le mie nuvole. Proprio mentre correvo ho ripensato a questo libro letto tantissimi anni fa. Le scarpe Rosse di Joanne Harris. Un libro che parla di vento, di caos e di cambiamento. E ho pensato che oggi se ne sta andando per noi nel vento del caos tutto ciò che non era importante. Oggi c’è un tempo dilatato fatto di poco, a volte di niente eppure così pieno di tutto. Lo sguardo si è spostato. Stiamo guardando dentro. In casa, nella testa, nel nostro battito cardiaco “cosa provo? Come mi sento?”, in famiglia. Non ci lasciamo andare. Siamo isolati eppure non siamo mai stati così vicini. Ci prendiamo cura gli uni degli altri, stando per conto nostro. Ci mandiamo pensieri, ci mandiamo coraggio. I minuti si riempiono di domande che passano dal “cosa facciamo in casa oggi?” al “cosa faremo di noi?”. A galla è salito l’amore e ci sono anche le litigate ma di quelle che servono. Di quelle che ti chiedono di capire o di ascoltare di più. E dentro di me c’è finalmente un mio nuovo spazio per esistere. Ci voleva il caos per ricordarmi chi sono?

Oggi mentre correvo ho visto un uomo seduto su una panchina da solo. Guardava il fiume scorrergli davanti. Mi sono chiesta quali pensieri stesse lasciando andare via e mi sono chiesta se l’ordine nuovo dentro di lui, fosse bello come quello che si sta creando dentro di me. Non so come andrà. Non so come ci organizzeremo. Ma so che abbiamo deciso di cambiare. E il primo passo verso questo  cambiamento è fatto di rinunce che più che amare, vi dirò a me sanno tanto di vita.

“Quel vento. Lo sento soffiare adesso. Furtivo ma imperioso, ha dettato
ogni mossa che abbiamo fatto. Anche mia madre lo sentiva come lo sento
io, perfino qui, perfino adesso, mentre ci spazza come foglie in questo
angolino e ci fa danzare fino a ridurci a brandelli sul selciato.
V’là l’bon vent, v’là l’joli vent…
Pensavo che l’avessimo messo a tacere per sempre. Ma anche il minimo fatto può risvegliare il vento: una parola, un segno. Anche una morte. Non
esiste nulla di irrilevante. Tutto ha un prezzo: tutto si somma finché il
bilancio si modifica e ce ne siamo andate di nuovo, di nuovo in cammino,
a dirci: la prossima volta, forse…”

IMG-6149.jpg

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...