E così la mascherina diventa parte di noi. Della nostra quotidianità, dei nostri buongiorno e dei nostri come te la passi. Impariamo ad osservare di più i dettagli per riconoscerci anche da lontano. Come camminiamo, come ci vestiamo, quanto sono lunghi i nostri capelli. Non possiamo abbracciarci, non possiamo stringerci la mano, non possiamo sorriderci, non possiamo fare altro che scambiarci lo sguardo. E non lo abbassiamo più lo sguardo, per non dover rinunciare anche a questo. Pensavo che alla fine la mascherina invece di nasconderci forse ci sta mettendo a nudo. Perché se è vero che gli occhi sono le specchio dell’anima in questo momento ci stiamo tutti leggendo dentro. I nostri sguardi stanno raccontando la parte più vera e umana di noi. Come stiamo, come ci sentiamo, se abbiamo paura o se siamo felici. Non possiamo e non vogliamo mentire. Credo che non dimenticherò gli occhi dolci di un’amica vicina di casa pieni di tutta la voglia di stringerci che avevamo, gli occhi azzurri e profondi del medico che ha ammesso la sua emotività per farmi ammettere la mia, non dimenticherò gli occhi velati di lacrime, quelli allegri, quelli spaventati, quelli buoni, quelli da un’altra parte e non vedo l’ora di rivedere gli occhi di tutte le persone che amo. Stanno diventando come perle questi occhi per me, li metto in fila e li tengo vicini ai miei pensieri come un gioiello prezioso. Perché parlano. Parlano di esistenze, di storie, di persone che come me hanno dovuto rivedere ogni priorità. Ora sappiamo meglio di prima quanto contiamo l’uno per l’altro. Mi preparo ad affrontare questa fase due così. Pensando che continueremo a leggerci dentro e ad avere il coraggio di mostrarci per quello che i nostri occhi dicono.