Aria di cambiamento.

La primavera a casa di Nena e Nina quando arrivava si manifestava nelle piccole cose. I pensieri dell’inverno venivano presi e stesi ai primi raggi di sole ad asciugare e semini di speranza iniziavano a crescere  in mezzo ai non ti scordar di me.

Nena e Nina si affacciavano alla finestra ogni mattina in attesa di vedere la prima primula. 

“Eccola guarda là!” 

“La vedo la vedo anche io!”. 

Improvvisavano una danza dei fiori, girando in tondo come piccole indiane. 

La prima primula era una promessa, indietro non si poteva andare. 

Ci sarebbero stati temporali, giorni freschi, grandinate improvvise ma l’inverno era finito.

Il chiacchiericcio fitto e disordinato degli uccellini le svegliava al mattino portando allegria al posto del buio dell’inverno appena trascorso. 

E ogni momento diventava attesa. Attesa di vedere sbocciare i fiori di ciliegio, attesa della fioritura della forsizia, attesa delle margherite che venivano poi raccolte per fare ghirlande da appendere ai capelli. Ogni primavera portava nuovi desideri, sensazioni nella pancia, farfalle e formiche ai piedi. Segnali di tutta la vita che Nena e Nina volevano prendersi. Stavano cambiando. I capelli lisci si ondulavano come tralci di uva, le braccia si allungavano affusolate e le gambe facevano male, scricchiolavano la sera nel letto, come il legno quando si assesta con il calore. Cercavano di farsi spazio in un mondo ancora sconosciuto.

Nena era una gerbera gialla. I capelli chiari, il sole negli occhi, le manine piccole e delicate e rideva tanto. Accendeva stanze e cortili con le sue risate. Macchie di colore nel crepuscolo.

Nina era un’orchidea, si nascondeva tra i rami come se non volesse farsi vedere e stupiva dopo essere stata cercata, stanata, portata alla luce come la luna che spunta dietro una nuvola.

Erano diverse e unica la via che le avrebbe portate alla felicità.

Nena una primavera prese una chitarra e iniziò a suonare. Colmava le stanze con la sua voce e sentiva di non voler essere in nessun altro posto del mondo. Nina cantava con lei e quando si stufava restava accanto scomparendo un po’ tra le pagine di un libro.

In quei giorni, di quella primavera gli armadi di camera loro iniziarono ad esplodere come pop corn.

Si provavano tutti i vestiti del mondo e in nessun pantalone si sentivano loro stesse. Stavano cambiando pelle e nessun abito sembrava della misura giusta.

Lanciavano magliette per aria e qualunque felpa indossata sembrava il peggior nemico del mondo. I contorni non erano più definiti. Sei gerbera o Dente di Leone? Sei orchidea o viola del pensiero? Si guardavano e non si riconoscevano più.

C’era un posto però dove tutto sembrava sempre chiaro. Il loro bagno. Testimone di momenti tutti loro.

In quegli specchi, nelle piastrelle fredde e bianche che riflettevano la luce, sui tappetini di spugna azzurri Nena e Nina si sentivano al sicuro.

Una accanto all’altra creavano la loro terra ferma in un mondo che intorno a loro sbocciava, cresceva, cambiava velocemente. Quando le emozioni davano le vertigini, quando la pioggerella rendeva annebbiata la vista, bastava correre lì, nella loro isola protetta. A volte si parlava di cose serie ma tante altre volte no. Bastava sedersi con la schiena appoggiata alla vasca vicine vicine e una fresca risata faceva della loro sorellanza il porto in cui sapevano che avrebbero sempre trovato riparo. Uscivano da quelle sessioni segrete rigenerate. Pronte a indossare qualunque abito, perché mescolando i loro pensieri ridisegnavano i confini e si sentivano davvero nei loro panni. Se avvicini i petali di due fiori diversi cosa succede? Si libera nell’aria un profumo nuovo, la primavera di tutti i cambiamenti che rendono unico ogni percorso di vita.

3 pensieri su “Aria di cambiamento.

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