D’amore e gentilezza.

Quando ho scelto di parlare di amore ai bambini ho subito pensato a quell’energia potente capace di trasformare la realtà, curare un male, annullare le distanze. Non ho parlato di principesse innamorate ma di “cambiamenti”. Ed è così che grazie all’amore un bambino un po’ diverso dagli altri torna a sorridere. Un buco nella pancia si riempie. Due pinguini sognano insieme sotto la stessa luna. L’atmosfera è stata dolce e avvolgente come un abbraccio. I bambini, attenti, hanno ascoltato con gli occhi grandi e il cuore aperto.

 

Il Pentolino di Antonino di Isabelle Carrier.

Questo è un libro potere. I libri potere sono per me quelle storie che si fanno strumento, ponte per il futuro. È la storia di Antonino. Un bambino a cui un giorno, non si sa perché è caduto un pentolino sulla testa. Da quel giorno Antonino non è più come gli altri. Trascina sempre dietro di sé questo pentolino e non potrà separarsene mai. Per questo la sua vita non è come quella degli altri. Tutto è più difficile. Il pentolino si incastra dappertutto, gli impedisce di andare avanti.  Un giorno però incontra una persona speciale che gli insegna a trasformare il problema in opportunità, il pentolino in unicità. È una storia sulle difficoltà della vita, sulla resilienza e sull’imparare ad amarsi. Una storia d’amore verso gli altri e verso se stessi. Ed è raccontata con incredibile leggerezza e semplicità. In punta dei piedi, con il sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi. Parole immediate e illustrazioni essenziali per trasmettere ai bambini un contenuto che arriva dritto al cuore. Un libro che insegna che è possibile rialzarsi e che esistono persone straordinarie capaci di cambiare per sempre la nostra vita.
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Il Buco di Anna Llenas.

La vita non è lineare. A volte le certezze crollano. Perdiamo qualcosa o qualcuno e improvvisamente salta l’equilibrio. E per un bambino questo può essere una voragine che si apre. Si può iniziare fin da piccoli a insegnare che le soluzioni sono dentro di noi e non fuori. E questo libro lo fa con fantasia, gatti sulla pancia e bellimbusti ingannevoli, dolci che non saziano mai, oggetti che non sono altro che… inutili oggetti. E soprattutto lo fa con mondi meravigliosi che escono dall’ombelico e riempiono il vuoto. Sulla copertina il buco nella pancia di Giulia è vero, fisico. I bimbi hanno subito voglia di metterci un ditino dentro per cercare qualcosa. Lì, dentro quella pancia c’è tutto. La direzione, la nostra storia, i nostri sentimenti, il nostro essere individui unici e irripetibili e ci sono tutte le risposte. Quel buco però non scomparirà mai completamente. E meno male, dice l’autrice. Perché da lì escono meraviglie. Perché è grazie a quel buco se oggi siamo quello che siamo.

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Lupo&Lupetto e la fogliolina che non cadeva mai. Di Nadine Brun Cosme e Olivier Tallec.

Questo libro mi è caduto fra le mani e da quel giorno non l’ho più lasciato. Perché racconta con infinita poesia un amore di quelli forti, inevitabili. Uno di quegli amori che ci si augura di vivere almeno una volta nella vita. È la storia dell’amicizia che lega Lupo e Lupetto e del passare delle stagioni che avvolgono le pagine come dipinti. È la scoperta delle sensazioni, un sapore, una carezza, una luce negli occhi. Ogni cosa si appartiene. Lupo e lupetto si appartengono. La fogliolina appartiene all’albero, alla terra, al cielo, all’universo.

In nome di questo amore si mette in gioco tutto. Anche l’esistenza. Fino ad arrivare a chiedersi se ne valga davvero la pena.

Lupetto aspettò che arrivasse.

E poi disse.

“Non avevo mai visto niente di così bello”.

Lupetto sorrise.

Anche Lupo sorrise.

Sì, ne valeva veramente la pena.

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Maurice il mostro gentile di Amy Dixon e Karl James Mountford.

In questo mondo in cui la cattiveria apre porte e spalanca portoni la gentilezza appartiene ai deboli? La storia di Maurice ci insegna che non è così. Mostro gentile mandato dai genitori preoccupati a lezione di cattiveria all’Abominevole Accademia per Mostri Cattivi, dopo una catena di disastrosi fallimenti insegnerà al mondo che l’amore è un’arma potentissima. Un libro divertente, che gioca con gli stereotipi e li rende dettagli irriverenti. Illustrazioni spiritose, che richiamano una certa arte contemporanea e piacciono tanto ai bambini. L’ho letto lasciandomi andare. Facendo voci mostruose o melodiose. Facce cattive e buffe. Ringhiando e sbranando e volteggiando leggera, leggiadra tra le parole, come Maurice.

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Sotto lo stesso cielo di Britta Teckentrup.

Questo libro racconta una storia più grande. La storia di questa terra che abitiamo e di questo sole che è lo stesso ovunque sia il nostro posto nel mondo. Pagine che respirano, immagini che profumano, parole che dissetano, rinfrescano, riscaldano. Un messaggio di pace, un invito a rispettare la natura e a vivere in armonia. Viviamo tutti sotto lo stesso cielo e condividiamo la speranza in un futuro di amore, migliore. I bambini hanno osservato le immagini e guardato in alto. Abbiamo chiamato per nome tutti gli animali e li abbiamo visti abbracciarsi sotto la luna.

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I libri li trovate sempre da Therese.

Le prossime letture del vivo saranno il 6 dicembre sempre in corso regio Parco, dalle 16.30 presso Mipiacebio.

Una nuova avventura.

È iniziata una nuova avventura. In un negozio speciale che si chiama Mi Piace Bio. È un negozio in Corso Regio Parco a Torino che vende prodotti biologici e sani. Ma soprattutto è il negozio di Rosalba. Una donna coraggiosa che ha scelto di dare una dimensione più lenta, luminosa, vera alla sua vita. Per questo ci siamo volute subito bene. Ora ogni due mercoledì i bambini vengono da noi. Lei offre la merenda e accoglie tutti con la luce negli occhi che la contraddistingue. Io leggo storie con l’emotività che contraddistingue me. Ed è proprio la mia grande emotività ad avermi portata qui. Seduta per terra, davanti a un tavolino di legno, a dare voce alla me più autentica. Da bambina mi sentivo una fatina. Avevo lunghe trasparenti antenne capaci di farmi sentire le emozioni degli altri. Sapevo che una parola avrebbe potuto far scoppiare una tempesta e che un gesto avrebbe fatto fiorire un sorriso. Sapevo come muovermi, cosa dire e cosa fare per far star bene gli altri. E lo facevo. Sapevo leggere dentro e fuori. Non è stato semplice imparare a gestire tutto questo. Non sparire, completamente,  sotto le emozioni degli altri. È stato un lungo viaggio, pieno di mostri cattivi da sconfiggere. Ma ce l’ho fatta. Li ho sconfitti quasi tutti e oggi sono qui. Ora so usare le mie antenne limitando le controindicazioni. In questo viaggio la scrittura e i libri sono stati la mia medicina. Perché solo scrivendo e leggendo dentro di me torna la calma e le emozioni trovano il loro giusto posto nella valigia delle esperienze. Le parole sono il mio potere speciale che oggi cerco di trasmettere ai miei figli e ai bambini che incontrerò sul mio cammino. Perché possano imparare piano, con calma, a dare un nome ai sentimenti. Trovando nei libri e nelle parole strumenti per crescere. Per capire e capirsi. Per sconfiggere i piccoli, grandi, mostri che incontreranno.

Da oggi sul blog potrete trovare la traccia di questo percorso di letture sulle emozioni e le recensioni dei libri che leggerò.

La mia libreria di fiducia è la Libreria Therese in Corso Belgio sempre a Torino. Un luogo altrettanto magico dove Sara mi aiuta a trovare tesori nascosti.

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Gli occhi di Cate.

Di Anna Ponti. Illustrazioni di Sefora Pons.per annaCaterina aveva occhi color smeraldo capaci di far sorridere il mondo.
Se entrava in una stanza buia all’improvviso ogni angolo si accendeva di una luce dorata, i vasi si riempivano di fiori e gli specchi riflettevano immagini di paesaggi mozzafiato.
Caterina possedeva una borsa magica, rossa con un grande orologio al centro, che scandiva le ore, i minuti e i secondi delle sue giornate.
Con quell’orologio riusciva a far durare ore un’occasione fantastica e pochi secondi un momento noioso. Avere Caterina nella propria vita era un regalo meraviglioso.

borsa rossa
Un giorno, senza preavviso, l’orologio si fermò e Caterina sparì.
Tutti piansero a lungo la sua scomparsa. Il mondo sembrava inconsolabile.
I vasi, gli specchi e gli occhi delle persone rimasero vuoti per un tempo infinito.
Passò l’inverno, arrivò la primavera, poi l’estate ma la tristezza sembrava non passare mai.

Poi un giorno, dopo aver servito un caffè macchiato caldo, uno macchiato freddo, un ristretto e un dec, il vecchio, proprietario del bar dove Caterina andava ogni mattina a fare colazione, improvvisamente, scoppiò a ridere.
Prima piano, poi sempre più forte. La sua risata raggiunse ogni angolo della terra portando un messaggio di felicità: Caterina c’era ancora. Il vecchio, in quel bar, l’aveva incontrata inaspettatamente nel proprio cuore. Da quel momento, tutti, chi prima chi dopo, iniziarono a ritrovarla. Non la vedevi, forse, ma la sentivi. Saltava da un cuore all’altro e dava consigli, raccontava barzellette, colorava i pensieri di azzurro e le emozioni di giallo. Il mondo ritornò a sorridere, gli specchi a riflettere e i fiori a sbocciare.

Il tempo passa. Le mezze stagioni non ci sono più, i nostri capelli cambiano colore.
Qualcuno parte, qualcun altro resta.
C’è chi si innamora, chi si lascia, chi cade e poi si rialza.
C’è chi va in apnea, chi respira fortissimo, chi rallenta e chi corre troppo.
Caterina è sempre lì. Sempre lei. Dentro di noi. Un pensiero di intramontabile allegria.
Per questo se vi capita di vedere una persona ridere da sola non vi stupite.
Probabilmente c’è Caterina nel suo cuore.

Due passi con Gegia.

Ho letto una notizia fantastica. La storia di un uomo che ogni giorno va a spasso con la sua tartaruga. E ho pensato che sarebbe bellissimo. Andare piano piano per aspettarla. Godersi la vita. Lasciare il tempo scorrere senza trattenerlo, senza rincorrerlo. Parlerei di tutto. Mi innamorerei, forse, per un’oretta e poi anche basta. “Ciao noi andiamo un po’ più in là”. Imparerei ad avere pazienza. Solo per lei. Per non lasciarla sola. Mi divertirei un sacco. A bloccare il traffico, regolarlo. Per farla attraversare. Guarderei le ombre spostarsi con il sole. Dichiarerei tutte le ore con voce altisonante “Sono le 12 e tutto va bene!”. Prenderei molti caffè. Accetterei un fiore. Respirerei un pezzo di focaccia e alla fine non resisterei “Un trancio di quella lì con i pomodorini e le olive”.  Mi farei leggere da un giornalaio una bella notizia. La presenterei, con orgoglio, a tutti: “Si chiama Gegia. È la mia tartaruga.” Andrei al cinema, mentre lei percorre il suo isolato con calma. Ricomincerei a fare yoga. Con il mio tappetino, io concentrata sul mio respiro e Gegia sui suoi passi. Leggerei un libro seduta su una panchina. E verso sera la aspetterei al tavolino di un bar, bevendo uno spritz, spettegolando un po’, immaginandoci un futuro felice come questo presente.

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