Buonanotte papà.

Accendevano la pila e si nascondevano sotto quella capanna di lenzuola e gambe. E giocavano alla vita facendo la lotta contro il sonno. Per lei era una grande avventura. Per lui una dolcissima tregua. E lei poteva anche immaginare il pericolo perché tanto c’era lui lì, pronto a salvarla. E così un ginocchio diventava uno scoglio su cui naufragare, le mani conigli e le bocche sbadigli. E la pancia faceva proprio rumore.

C’è qualcuno lì dentro?

C’è amore.

E poi un occhio si chiudeva e poi due. Una carezza sulla fronte, un bacino sul naso.

E allora lui spegneva la pila e le lenzuola tornavano letto.

Sogni d’oro piccina.

Buonanotte papà.

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