Nella vita niente è per caso. Il percorso di ognuno di noi è ricco di segnali, orme che ci raccontano da dove veniamo e chi siamo. Un giorno sono andata a trovare mia sorella nel suo laboratorio di abiti per bambini. Eravamo sedute una davanti all’altra e parlando di noi ci siamo rese conto di come la vita intera sia sempre stata cosparsa di segnali che ci indicavano una direzione. In quel momento è nata l’idea di raccogliere questi segnali e di scriverne una storia. È nato questo progetto a puntate, tanti piccoli racconti di due sorelle, due paesi, una nonna speciale e una memoria fatta da tanti preziosi dettagli.
Spero possa portare grandi e piccini a credere sempre nei propri sogni.
Le illustrazioni sono di Roberto Blefari – Hikimi. Questo blog è nato con lui e sono felice di ritrovare il suo modo unico di leggere le mie storie.
Il mondo creato da mia sorella è quello di Paquita Littles Sunny Clothes e la potete trovare qui: https://www.instagram.com/paquita_littlesunnyclothes/
Il Filo Ritrovato.
Questa storia racconta di due sorelle Nena e Nina, nate a distanza di 24 mesi una dall’altra. La più grande era una rosa d’inverno ma aveva il sole caldo negli occhi. La seconda era un fiore di primavera con lo sguardo di rugiada. Entrambe avevano viaggiato piccole piccole su un aereo molto grande, in alto in alto nel cielo, per raggiungere con mamma e papà Caracas, la capitale del Venezuela. Quando sei piccolo tutto sembra grande. Fiori grandi, strade grandi, un sole grande e un cielo immenso. Quel cielo del Sudamerica per loro era infinito. Quel tempo lì invece durò poco. I ricordi sono impressi nelle vecchie fotografie. Due album, foderati di stoffa, uno rosso e uno rosa, consumati a forza di riguardarli. Un copridivano a fiorellini, una bambola tenuta dai capelli a testa in giù, una terrazza illuminata, mamma Ola, la loro seconda mamma Colombiana con i capelli ricci ricci fitti e neri, la Ciccia, la bevanda bianca, spumosa dolcissima a base di riso, un triciclo e poi pagine bianche. Tante pagine bianche come se ad un certo punto, all’improvviso i ricordi avessero smesso di essere trattenuti.
Ma se in una storia salta un pezzo come fai a capirla tutta?

Ritornano soltanto dopo un po’, le foto.
Dai colori dei tropici all’arancione dell’autunno torinese.
Le stesse bimbe da quel momento si ritrovarono sotto un meraviglioso acero che ogni autunno si incendiava di colori che scaldavano il cuore. Ogni anno una foto.
Le braccia si allungavano, le gambe anche, gli sguardi invece erano quelli di sempre.
I ricordi di quegli anni sapevano di erba sotto i piedi. L’odore della pioggia, la gara di lumache, il rumore dei tergicristalli della macchina della Nonna, i pattini in cortile, le palle di neve. Tanta neve, tantissima neve, tanta da chiudere le scuole. Quando al telegiornale la sera annunciavano la chiusura delle scuole in casa i festeggiamenti duravano ore. Nena e Nina andavano a dormire emozionate pregustando il risveglio immerse in un paesaggio incantato. Mentre la neve, lì, era più alta di loro del Sudamerica rimaneva solo una carta da parati in cucina.
Quattro pareti ricoperte di fiori, farfalle e uccelli colorati.

Lì Nena e Nina passavano ore a sbattere l’uovo con lo zucchero, a fare gli agnolotti con papà a scrivere messaggi segreti che venivano nascosti e mai più ritrovati. Amavano quella cucina. Quell’angolo di Caracas nell’umido inverno Piemontese.
Le due sorelle crescevano insieme. Diverse come il sole e la luna eppure sempre dalla stessa parte. La sera, quando la mamma la porta di camera loro dopo il bacio della buonanotte, iniziava il loro mondo segreto. Il gioco della catapulta, le partite a pallavolo fatte con i peluche, le risate, le stelle luminose e poi i sogni una accanto all’altra, unite da un filo indistruttibile.
I ricordi non sono solo fili di perle di nostalgia.
Sono orme che ci riportano alla nostra essenza.
Mappe capaci di raccontarci chi siamo.
E si sa, la vita a volte ti rimescola come una centrifuga a tal punto che non sai più dove hai le mani e dove sono i piedi. In uno di quei momenti, Nena e Nina ormai grandi si ritrovarono chinate a terra.
“Nena? Che fai chinata lì?”.
“Sto cercando una cosa e tu?”
“Anche io…”.
Cercavano il capo del filo della loro storia.
“Eccolo! Urlò all’improvviso Nena.
Prese subito un ago tra le dita e, come faceva la loro nonna iniziò a cucire.
“Esprimi un desiderio”, disse Nina che credeva sempre nelle magie.
“Voglio creare abiti. Abiti per bambini. Desidero che possano indossare la gioia del Venezuela, i profumi dell’autunno, i colori dell’estate e anche quelli dell’inverno. Voglio che siano comodi nei loro panni, veri. E sentirsi belli e liberi. Ti ricordi i vestitini con il colletto di velluto che dovevamo mettere noi da piccole? Io non ci respiravo lì dentro!”.
“Certo che mi ricordo!” Disse la più piccola prendendo una penna.
E si mise a scrivere. Solo scrivendo Nina riusciva a fare ordine quando le emozioni la travolgevano.
In quel momento presero una decisione: avrebbero ricostruito una storia che aveva perso per strada tantissimi pezzettini.
La loro storia. Non sapevano bene ancora dove questa ricerca le avrebbe portate.
Una cosa però era certa, in quella storia era nascosta la chiave per realizzare tutti i loro sogni più grandi. L’avrebbero trovata e l’avrebbero fatto insieme. Unite dal loro filo invisibile.

Trovate il mondo, la visione, l’ispirazione di mia sorella nelle creazioni per bambini di Paquita Littles Sunny Tales: